112

NUMERO UNICO PER LE EMERGENZE

0461 569188

NUMERO TELEFONO VVF CAVEDINE

CAVEDINE

VIA DEGASPERI 1/E

STORIA

165 ANNI DI ATTIVITA'

Il 1° gennaio 1853 venne emesso dall’Imperial Regia Reggenza del Tirolo Italiano il Regolamento contro gli incendi per i comuni del Circolo della Reggenza del Tirolo Italiano.
Si è visto come già precedentemente fossero stati emanati regolamenti per organizzare la lotta contro il fuoco; questo però è probabilmente quello più importante per la costituzione delle basi dell’organizzazione dei pompieri in Trentino, che ancora oggi costituisce un modello esemplare ed invidiato.
Il Comune di Cavedine si dimostrò molto solerte nella sua applicazione e così la Rappresentanza Comunale nella seduta del 1° maggio 1853 diede esecuzione a quanto previsto dal suddetto regolamento.
Il territorio comunale viene suddiviso in 5 quartieri e a capo di ognuno di essi nominato un Deputato responsabile; si procede quindi alla nomina di un maestro muratore per il controllo della regolarità edilizia, di uno spazzacamino, di 8 pompieri e 5 guardie notturne. Inoltre viene data la disposizione affinché. entro il termine perentorio di un mese, ogni proprietario di casa provveda all’attrezzatura antincendio individuale e si dà ordine all’acquisto a carico della cassa comunale dell’attrezzatura collettiva.

Quando suona l’allarme i pompieri corrono, intervengono sul luogo del sinistro e poi ritornano alle loro abituali attività. Abili con le scale, gli idranti, le manichette, le motopompe… lo sono molto meno nell’uso della penna. Meglio così, si dirà, la penna non serve a spegnere l’incendio; ma se vi capita di cercare di ricostruire la loro storia, la cosa diventa ardua.
In particolare sono scarse le notizie del periodo austro ungarico, ma quelle trovate testimoniano la continua presenza sul territorio dei Pompieri con la loro attrezzatura e le loro strutture. Probabilmente in un primo periodo i volontari dipendevano direttamente dal comune; nel 1895 si ha traccia di un cambio organizzativo con uno statuto che fa riferimento ad una Società Pompieri Volontari.

Con lettera del 20 giugno 1925 la Regia Prefettura di Trento trasmette a tutti i sindaci il decreto con cui sono sciolti tutti i corpi pompieri della provincia ed il nuovo regolamento in base al quale i corpi stessi dovranno essere riorganizzati.
Successivamente in data 2 settembre 1925 viene comunicato che la fine del medesimo mese scadrà il termine per la riorganizzazione.

Il regime fascista cambia l’organizzazione con un decreto legge del 10 ottobre 1935 n. 2472. Viene istituito l’Ispettorato Centrale Pompieri alle dipendenze del Ministero degli Interni; tutti i Corpi comunali perdono la loro autonomia e passano alle dirette dipendenze del comando provinciale. Il Corpo nazionale è organizzato in 94 corpi provinciali la cui denominazione prende il numero ordinale della lista delle province in ordine alfabetico. A Trento spetta il numero 85 (85° Corpo provinciale di Trento).

Con la dichiarazione di guerra il governo fascista si trova nella necessità di provvedere al maggior fabbisogno di pompieri soprattutto nelle grandi città per cui ricorre all’arruolamento di vigili del fuoco volontari.
Il contingente trentino che nel periodo dal 1940 al 1943 va a confluire nel servizio antincendio nazionale è di 1475 unità. Furono chiamati in servizio scaglioni di 200 uomini per un periodo di addestramento di 15 giorni presso il corpo di Trento; le destinazioni sono le grandi città quali Roma, Genova, Milano e l’Istria.
Anche dal Corpo di Cavedine saranno arruolati alcuni Vigili.

Lo statuto speciale di autonomia del 1948 affida la competenza in materia antincendi alla Regione. Il nuovo ordinamento del servizio antincendi nel Trentino-Alto Adige viene approvato il 20 agosto del 1954 col n. 24: con questa legge viene riordinato il servizio rimasto immutato dopo la riforma del 1935. Essa ha costituito l’ossatura portante del nuovo servizio, perfezionato successivamente con nuove leggi e modifiche.

Nel 1978 viene stabilita la provincializzazione del Servizio Antincendi, con ulteriori modifiche nel 1992.

Questa capillare struttura, che affonda le sue origini ormai in due secoli fa, è diventata parte integrante del carattere della popolazione del Trentino che può contare in qualsiasi tragico evento, non solo per sé ma anche per altri, su una catena di solidarietà umana e tecnicamente preparata.

Un pensiero fiducioso per un futuro in cui nuove leve possano contribuire a scrivere nuove pagine di questa storia.